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CAFFÈ
Pianta arbustiva della famiglia delle rubiacee dai
cui frutti, tostati e macinati, si ricava un infuso di largo consumo sia
famigliare sia nei locali pubblici. Originaria dell'Africa orientale, dove
cresce spontanea all'altitudine di 1000-1300 m sul mare, era nota alle tribù
nomadi che prima del X secolo la consumavano al naturale (oppure pestata
e mischiata a grassi animali per favorirne la conservazione) conoscendone
le proprietà stimolanti. Attorno all'XI secolo se ne ricavò
una bevanda per infusione delle bacche in acqua fredda. Gli arabi, che avevano
trapiantato l'arbusto nella loro penisola, ottennero per primi una bevanda
calda che aromatizzavano con chiodi di garofano, cannella e miele e che
smerciavano in locali chiamati gahveh khaneh, antesignani delle caffetterie
che fecero la loro comparsa ufficiale a Costantinopoli dopo la metà
del XVI secolo. La notizia che di questi negozi aveva dato nel 1585 Giovanni
Francesco Morosini suscitò l'interesse dei veneziani i quali cominciarono
a importare, insieme ai consueti carichi di spezie, anche modesti quantitativi
di caffè e a commerciarlo in Europa. Valutatane l'efficacia come
bevanda tonica e medicinale, nell'arco di un secolo gli europei, soprattutto
gli olandesi, ne diffusero la coltivazione nonostante le misure protezionistiche
adottate dagli arabi per difendere il monopolio della produzione che essi
gestivano in tutti i paesi tropicali colonizzati, da Giava al Brasile. Le
botteghe del caffè prosperarono nelle più importanti
città europee, diventando in breve locali alla moda, punto di ritrovo
degli ambienti economici e intellettuali. In Inghilterra furono incentivate
addirittura con agevolazioni governative, nel tentativo di ostacolare il
consumo di gin e i devastanti effetti dell'alcolismo. I Lloyd's,
le compagnie di assicurazione britanniche, nacquero in una caffetteria londinese
alla quale devono il loro nome. Il trasporto marittimo e la distanza delle
piantagioni, per lo più brasiliane, dai punti di imbarco, assicurarono
a partire dalla seconda metà dell'Ottocento un ruolo commerciale
e industriale quasi esclusivo alle compagnie nordamericane. Il caffè
divenne abituale bevanda famigliare e la qualità si diversificò
secondo i modi di preparazione: furono adottati bricchi per portarlo a ebollizione
e filtrarlo, per infonderlo alla maniera del tè e infine, nel XIX
secolo, la macchinetta a caduta con filtro (la napoletana), che precedette
di non molto la prima caffettiera a pressione (la moka) e le macchine
italiane da bar per l'espresso. Le esigenze del consumo portarono
alla creazione del caffè solubile (1901), di quello privato della
caffeina, la sostanza eccitante di cui è ricco, per mezzo di procedimenti
chimici (decaffeinato, 1906) e infine di quello liofilizzato.
R. Nistri
 E.J. Heinrich, Biografia del caffè, Bompiani, Milano 1936; J. Baxter, Il libro del caffè, Reverdito, Trento 1987; U. Heise, Histoire du café et des cafés les plus celèbres, Belfond, Parigi 1988.
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